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L’infiammazione del tendine d’Achille

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L’infiammazione del tendine d’Achille

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Sei uno sportivo, un corridore o runner, che dir si voglia, e stai sperimentando un dolore diffuso alla parte posteriore del calcagno?

Questo dolore sembra accentuarsi durante l’allenamento, per poi allentarsi con il riposo?

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Potresti essere affetto da una tendinite particolare, cioè l’infiammazione del tendine calcaneale, conosciuto ai più come tendine d’Achille.

Nel caso, è un’infiammazione da non sottovalutare assolutamente: il tendine calcaneale infiammato può lesionarsi e strapparsi, causando poi il ricorso immediato alla Chirurgia.

Che cos’è il tendine d’Achille?

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Il tendine d’Achille è il nome comune di quello che, in Medicina, viene chiamato tendine calcaneale.

È un lungo e spesso tendine che collega l’osso calcaneale (il tallone) ai muscoli principali della gamba, il noto muscolo tricipite della sura, a sua volta formato dai muscoli gemelli (il gastrocnemio) e dal muscolo soleo.

Il nome popolare ‘tendine d’Achille’ deriva da una delle tante leggende su Αχιλλευς (Achille), l’eroe greco nato dall’unione del mortale Peleo con la ninfa Teti.

La leggenda narra che la divina mamma, nel tentativo di renderlo immortale, lo immerse nell’acqua gelida dello Stige tenendolo appunto per il tendine calcaneale, unica parte dunque non a contatto con l’acqua e rimasto dunque vulnerabile.

Secondo altre fonti, invece, Teti, sempre nel tentativo di rendere immortale il figliolo, ogni giorno compiva un curioso rituale: durante il dì cospargeva le carni mortali del piccolo con l’ambrosia (il nettare degli dei che, se ingerito, garantiva la vita eterna ai mortali), mentre di notte ne bruciava a poco a poco le parti del corpo, che rinascevano così invulnerabili.

Tutto sarebbe filato liscio se non che un giorno Peleo, non sapendo del rituale, sorprese la moglie nell’atto di incendiare l’ultima parte di Achille rimasta vulnerabile, cioè il tallone.

Alle urla di Peleo Teti si spaventò, scappò e così il rituale non fu concluso, lasciando Achille con l’astragalo (l’osso collegato al calcagno) distrutto.

Peleo chiese dunque aiuto a Chirone, il saggio Centauro evidentemente specializzato anche in Ortopedia e Traumatologia, che sostituì l’osso bruciato con quello di un gigante morto da poco, Damiso, famoso per essere il più veloce nella corsa al mondo.

Achille divenne così a sua volta l’uomo più veloce esistente per il suo periodo, tanto da farsi appioppare il soprannome di odas ôkus, cioè piè veloce.

Il tendine calcaneale è conosciuto da sempre dall’essere umano, che già millenni fa aveva intuito la sua funzione di ‘corda’ elastica in grado di fornire la spinta necessaria ai muscoli della gamba.

La più antica testimonianza anatomica scritta, basata sul metodo scientifico per la classificazione di questo fondamentale tendine, risale al 1693 ad opera del fiammingo Philip Verheyen, che ribattezzò il tendine come chorda Achillis.

A cosa serve il tendine d’Achille?

Il tendine d’Achille, il più forte e resistente tendine del corpo, è una spessa e lunga fascia di tessuto connettivo, che collega i gemelli del polpaccio al tallone.

Il suo compito principale è riversare l’energia cinetica dei muscoli sul piede, permettendo dunque la flessione dello stesso avanti ed indietro (pantarflessione) e la flessione della gamba verso la coscia.

Il tendine calcaneale funziona anche come incredibile corda elastica, sia durante la camminata che, soprattutto, durante la corsa.

Difatti, la sua struttura fibrosa è in grado di trattenere anche fino all’80% dell’energia originaria che, scaricata durante la corsa, concorre a risparmiare almeno 3/4 dell’energia che, altrimenti, senza tale tendine sarebbe necessaria per il movimento.

La resistenza del tendine d’Achille è anch’essa mirabile: si stima che possa sopportare un carico di quasi quattro volte il peso del corpo durante la camminata, e ben 7,7 volte durante la corsa.

L’evoluzione con un tendine d’Achille così lungo e resistente ha permesso al genere Homo di distinguersi dalle altre grandi scimmie (in cui il legamento è assente o ridotto), migliorando dunque enormemente la capacità di camminare eretti e, soprattutto, correre.

Cos’è l’infiammazione del tendine d’Achille?

L’infiammazione del tendine d’Achille, chiamata anche tendinite d’Achille, è un disturbo di origine traumatica che può affliggere i tessuti del tendine calcaneale.

Come del resto in ogni altra tendinopatia, l’infiammazione è data, nella maggior parte dei casi, da continui micro-traumi alla struttura fibrosa del tendine, che provocano una lenta ma costante degenerazione delle fibre che compongono tutto il legamento.

Questa tendinite può colpire qualsiasi persona, ma risulta statisticamente molto più comune negli atleti corridori: è proprio durante la corsa, difatti, che il tendine d’Achille è sollecitato in particolar modo, e su di esso i muscoli dei gemelli scaricano la maggior parte dell’energia cinetica.

Se l’infiammazione non è adeguatamente curata, specialmente con l’obbligatorio riposo, il tendine d’Achille può andare incontro a pericolose possibilità di lesione parziale o rottura, che richiedono poi delicati interventi chirurgici e tempo di recupero molto lungo.

Il tendine d'Achille è il più lungo e robusto tendite del corpo.

è il tendine che permette il movimento flessorio di tutto il piede, ed è fondamentale anche durante la corsa, poiché funziona proprio come una potente molla, con un deciso recupero dell'energia dei muscoli della gamba.

Proprio lo sviluppo di un tendine d'Achille così lungo e forte è una caratteristica distintiva del genere Homo, che gli ha permesso di perfezionarsi, al contrario degli altri primati, nella corsa.

Quali sono i sintomi della tendinite d’Achille?

Il sintomo principale dell’infiammazione del tendine calcaneale è il dolore, a volte acuto, a volte invece sordo ma martellante, localizzato nella parte posteriore del calcagno, fino al tallone.

Il dolore aumenta quando il paziente tenta di flettere il piede o la gamba, come anche quando si preme con decisione sulla zona calcaneale.

Se l’infiammazione ha colpito anche le guaine tendinee, al dolore può associarsi infiammazione e arrossamento della pelle del calcagno.

Sintomo comune a tutte le altre tendinopatie è la diminuzione del dolore durante l’esercizio fisico (complice la maggiore vascolarizzazione della zona), che comunque poi riprende a fine attività.

Ci sono fattori scatenanti che possono iniziare la tendinopatia d’Achille?

Sì, ci sono.

Come detto in precedenza, l’infiammazione del tendine d’Achille colpisce in particolar modo gli atleti, soprattutto i corridori, o runner che dir si voglia.

Sono loro che, statisticamente, compongono i casi maggioritari di tendinite d’Achille.

Altri fattori scatenanti l’infiammazione, seppur meno comuni, possono essere uno stiramento improvviso del tendine, dovuto ad un movimento maldestro oppure dei vizi posturali mai adeguatamente corretti, che a lungo andare provocano delle micro-lesioni alla struttura tendinea, causa scatenante della tendinopatia.

Come si diagnostica l’infiammazione del tendine d’Achille?

La diagnosi della tendinite d’Achille è in buona sostanza clinica, e prevede la necessaria visita medica.

Il Medico, con appositi movimenti, manipola la gamba ed il piede nel tentativo di riproporre la dolorabilità riferita dal paziente, che ha delle caratteristiche ben chiare.

Anche l’anamnesi prima della visita, in particolar modo rivolta all’indagine sugli sport praticati dal paziente, mette sulla buona strada il Medico per la diagnosi finale.

Solo in caso di dubbio, il Medico può disporre un’ecografia della regione retro-calcaneare e, in rari casi, anche una lastra a raggi X o una RMN, atte più ad escludere fratture od interessamento dei muscoli vicini che la tendinopatia in sé.

A meno che il tendine d'Achille non si sia già lesionato, totalmente o parzialmente, la terapia conservativa è sempre quella preferita dai Medici per il trattamento della tendinopatia.

Se ben eseguita, la statistica vuole che oltre il 90% delle infiammazioni del tendine calcaneale rientrino totalmente, seppur in un tempo di trattamento che può essere a volte anche lungo.

Qual’è la terapia per l’infiammazione del tendine d’Achille?

La terapia di prima linea è data dal riposo assoluto della gamba e del piede, con l’applicazione di ghiaccio (nelle prime fasi dell’infiammazione) e dall’assunzione di antinfiammatori FANS, sia sistemici che locali.

Lo scarico del tendine è assolutamente necessario, poiché la sua struttura infiammata, se sollecitata eccessivamente, può andare incontro a rottura parziale o totale.

Successivamente, quando il dolore acuto si è affievolito, il paziente è avviato dal Medico verso l’opportuna fisioterapia.

La fisioterapia per l’infiammazione del tendine d’Achille, eseguibile solo quando i tessuti sono parzialmente sfiammati, prevede particolari esercizi in isocarico, atti a rinforzare i legamenti degenerati, nonché l’utilizzo della diatermia in alta frequenza, la tecarterapia e gli ultrasuoni curativi.

Le infiltrazioni di cortisone sono utilizzate solo come extrema ratio, solamente nei casi in cui il recupero fisioterapico fosse non soddisfacente.

Il fisioterapista, in concordia col Medico, provvederà poi a rivedere l’eventuale piano di allenamento del paziente, modificandolo se necessario, nonché ad indagare sugli eventuali vizi della corsa e della camminata (anche avvalendosi dell’esame baropodometrico).

Si può guarire dall’infiammazione del tendine d’Achille?

Certo che si può.

Come tutte le altre tendinopatie, se ben curate e, soprattutto, curate per tempo, anche il tendine d’Achille infiammato può guarire, ritornando alla perfetta funzionalità.

Ovviamente ciò comporta l’obbligatoria diagnosi, il giusto riposo e, soprattutto, la fisioterapia ben eseguita, ricordandosi che essa può essere un percorso abbastanza lungo, sviluppato nell’arco dei mesi.

In primo luogo, è fondamentale prevenire rotture, parziali o totali, del tendine d’Achille, che richiederebbero invece immediato accesso chirurgico.

Questo è possibile solo con l’immediato riposo, l’uso di antinfiammatori e un serio percorso fisioterapico, che impone anche il (momentaneo) stop all’attività di corsa.

Dove posso rivolgermi in caso di sospetta infiammazione del tendine d’Achille?

La diagnosi della tendinite d’Achille è effettuata solo da un Medico, esperto ovviamente nelle affezioni dei tendini e dei muscoli.

Solitamente, tale Medico è un Medico Podoiatra, un Medico Ortopedico, un Medico Fisiatra o anche un Medico dello Sport.

A prescindere dalla specializzazione specifica comunque, che può variare, è importante che il Clinico sia particolarmente ferrato nelle infiammazioni degli sportivi, e che collabori con un Fisioterapista di fiducia, altrettanto formato, per prendersi carico completo del paziente, ed impedire che esso sia sballottato da Medico a Medico, alla ricerca di un percorso di cura coerente.

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Lo studio medico Piede Sano è specializzato nelle patologie del piede, compresa l’infiammazione del tendine d’Achille.

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Quindi ricorda che...
  • il tendine d'achille è il più lungo e robusto tendine di tutto il corpo umano;
  • la funzione principale del tendine d'achille è distribuire la potenza dei muscoli del gastrocnemio e del soleo (i muscoli della gamba) all'osso calcagno del piede, permettendone quindi la flessione;
  • il tendine d'achille permette all'uomo, a differenza degli altri primati (il cui tendine calcaneale è meno sviluppato) grandi scatti e resistenza alla corsa;
  • quando il tendine d'achille s'infiamma, si parla di tendinopatia d'achille;
  • il tendine d'achille può infiammarsi per molti motivi, ma gli atleti corridori sono i più bersagliati da questa patologia;
  • anche difetti posturali del piede non adeguatamente corretti e piani d'allenamento fallaci possono portare all'infiammazione del tendine d'achille;
  • sebbene siano casi abbastanza rari, non si possono escludere le lesioni totali o parziali del tendine calcaneale, che richiedono sempre accesso chirurgico;
  • più che traumi forti e secchi, il tendine d'achille teme micro-traumi ripetuti nel tempo, che a lungo andare ne sfibrano i tessuti;
  • la terapia per la tendinite d'achille impone l'obbligatorio riposo, l'applicazione di ghiaccio ed antidolorifici, e in seguito terapia fisica;
  • Se il tendine d'achille si rompe, il ricorso alla chirurgia è sempre obbligatorio
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Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dai Medici e dai Podologi dello studio Piede Sano il giorno:

venerdì 19 gennaio, 2024

Lo Studio Medico Podologico Piede Sano è uno studio medico perfezionato nei trattamenti di Podologia e Podoiatria.

Fondato dalla Dott.ssa Luisella Troyer, Chirurgo Vascolare con grande esperienza nelle affezioni del piede e delle unghie, nello Studio Medico Piede Sano opera personale sanitario qualificato e competente per ogni problema della salute e del benessere del piede.

Nello studio, sito in Milano in Via della Moscova 60, un'intera equipe composta da Chirurghi, Podologi ed infermieri specializzati in Podologia opera quotidianamente per risolvere i più comuni problemi del piede e delle unghie, come ad esempio l'onicocriptosi (l'unghia incarnita), l'onicomicosi (l'infezione micotica delle unghie), le callosità e gli occhi di pernice.

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Lo studio podologico ha inoltre grande competenza nei tumori delle unghie melanomatosi, ed è sempre disponibile in ambulatorio un Chirurgo Plastico esperto proprio nella loro cura chirurgica.

Nello studio Piede Sano è sempre presente, oltre al personale infermieristico e podologico, un Medico esperto in Podologia, che può intervenire prontamente in caso di ricorso all'anestesia locale o per qualsiasi altra problematica medica.

Lo studio è inoltre specializzato nell'assistenza podologica per pazienti anziani e diabetici, sia con pedicure preventiva che pedicure curativa.

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