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Il piede di Charcot

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Nel XIX secolo, il Medico Neurologo francese Jean-Martine Charcot, studiando i disturbi neurologici, si accorse che alcuni pazienti affetti da disfunzione pancreatica (il vecchio norme del diabete mellito) sviluppavano una particolare deformazione del piede, accompagnata da intenso dolore e febbre.

Il grande Medico francese, padre della moderna neurologia, intuì subito che la deformazione era di natura neuroartropatica, ma non seppe ricondurre l’esatta eziologia della deformità.

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Per molti anni, i pazienti diabetici che sviluppavano una deformazione estremamente dolorosa e permanente delle ossa dei piedi furono erroneamente etichettati come sifilitici, e fu solo nel 1936 che il Medico statunitense William Riley Jordan provò indiscutibilmente l’associazione tra ‘articolazione di Charcot’ e la patologia diabetica.

Il piede di Charcot è una delle complicanze più tremende del diabete mellito, che rientra a sua volta in quell’ampia categoria di sintomi che, al giorno d’oggi, siamo soliti associare al piede diabetico.

Leggi questa pagina per scoprire cos’è il piede di Charcot, come si manifesta e quello che può essere fatto per curarlo.

Che cos’è il piede di Charcot?

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Il piede di Charcot è una complicanza del diabete mellito, cioè della patologia endocrina che non permette al corpo di bilanciare e gestire con efficacia gli zuccheri presenti nel sangue, con periodi di iperglicemia associati a bruschi cali della stessa (ipoglicemia).

L’iperglicemia nel sangue, a sua volta, a lungo andare provoca danni estesi a pressoché tutti gli organi, in particolar modo al sistema vascolare.

L’angiopatia diabetica è difatti quell’alterazione lenta ma cronica del lume (diametro) dei vasi arteriosi, specie quelli delle periferie basse del corpo, che lentamente si atrofizzano (sclerotizzano, in gergo medico), alcuni arrivando a chiudersi del tutto.

Questa sclerosi progressiva colpisce in particolar modo i piccoli vasi arteriosi che nutrono le terminazioni nervose delle gambe e dei piedi (i Vasi vasorum) che, senza più l’adeguato apporto di ossigeno e nutrimento, muoiono.

Con la morte delle terminazioni nervose degli arti inferiori, il paziente diabetico diviene sempre più insensibile al dolore, mentre il ridotto apporto di sangue ossigenato rende sempre più complicata la guarigione da piccole e grandi lesioni, con un’associata alterazione dei naturali processi infiammatori.

Sebbene non vi sia ancora un parere scientifico comune, si presume che proprio l’assenza di dolore e di stimolazioni nervose possa portare il paziente diabetico a sovra-caricare il piede, generando dunque lesioni da stress che parrebbero essere la causa scatenante del piede di Charcot.

Una volta innescato il processo deformante, il piede di Charcot devasta il tessuto osseo e lo modifica irreversibilmente, cambiando la forma al piede quasi come un processo artrosico (di cui, se vogliamo, è una delle tante forme).

Curiosamente, il piede di Charcot si manifesta sempre su un solo arto, e mai bilateralmente.

Quali sono i sintomi del piede di Charcot?

Il piede di Charcot si manifesta in quattro fasi (tre fasi progressive più una pre-fase, chiamata anche stadio 0), ognuna con le sue caratteristiche sintomatiche:

Pre-fase o stadio 0, l’infiammazione

Il piede diviene più caldo del normale, e può svilupparsi un edema (rigonfiamento).

Non vi sono anomalie strutturali a carico delle ossa, e anche con una radiografia non si apprezza nessun cambiamento morfologico.

È una fase molto delicata, poiché il processo infiammativo è già in atto, ma il paziente, sia per la lieve sintomatologia che per la limitata capacità di percezione del dolore, sottovaluta le cure, di fatto aprendo le porte alla fase 1, ben più feroce;

Fase 1, lo sviluppo

Il gonfiore ed il calore del piede non solo persistono ma aumentano, e vi è la modifica dell’impianto osseo, con frammentazione, riassorbimento e lussazione delle articolazioni.

La radiografia, in questa fase, può diagnosticare queste modifiche ossee, e difatti è utilizzata dai Medici per la conferma della diagnosi.

È una fase molto dolorosa per il paziente, ma a volte questo dolore è percepito inferiore d’intensità proprio per via dell’angiopatia diabetica;

Fase 2, la coalescenza

Le ossa, distrutte e deformate durante la prima fase si consolidano, fondendosi con una nuova struttura, ovviamente differente da quella originaria;

Fase 3, la ricostruzione

Diminuiscono e poi cessano i processi di osteosclerosi, e le ossa si fondono in una struttura definitiva.

Il paziente si avvia verso la guarigione, con la fine dell’infiammazione e del dolore, ma il piede ormai si è deformato permanentemente.

Tutto questo processo avviene in settimane oppure anche in mesi, riportati come estremamente dolorosi per il paziente, e vi è sempre il rischio che, tra una fase e l’altra (complice anche la nota difficoltà di coagulazione e guarigione dei pazienti diabetici) si formino delle pericolose ulcere diabetiche sul piede, complicando ulteriormente il quadro clinico.

Qualsiasi paziente diabetico, giovane o non, è sempre a rischio del piede diabetico e, di conseguenza, del piede di Charcot.

Ecco perché ogni paziente diabetico dovrebbe essere sempre particolarmente attento alla salute e al benessere dei piedi, recandosi mensilmente dal Medico o dal Podologo per il regolare controllo e la pedicure sanitaria.

Solo con controlli regolari, e il pronto intervento medico in caso di inizio della patologia, è possibile evitare le deformazioni del piede, che la malattia di Charcot purtroppo comporta sempre, se non trattata tempestivamente.

Come si diagnostica il piede di Charcot?

La diagnosi del piede di Charcot è complicata, e richiede personale medico di grande esperienza pregressa non solo in Ortopedia, ma nel piede diabetico.

Non vi sono, al momento, marcatori specifici per il piede di Charcot: all’analisi della proteina C reattiva e dei leucociti, l’infiammazione non è dissimile da altre comuni flogosi.

Nella pre-fase, eseguire una radiografia è inutile, in quanto non compaiono ancora alterazioni evidenti delle ossa, e i sintomi spesso riportati dal paziente sono comuni a quelli di tante altre patologie, spesso benigne.

La diagnosi in questa fase è pertanto clinica, e si basa sull’ovvia anamnesi e sulla misurazione in più punti della temperatura del piede.

Questo parametro è, essenzialmente, l’unico che il Medico ha per intuire la presenza di una pre-fase di Charcot.

Ipotizzata la diagnosi, il Medico può poi prescrivere degli esami radiologici a distanza di circa 2-3 settimane, utili per aver conferma dei tipici segni osteoarticolari del piede di Chacot.

Nelle fasi avanzate, invece, alla valutazione radiologica è spesso associata una TAC oppure una RMN, esami di maggior precisione diagnostica.

Come si può curare il piede di Charcot?

Allo stato attuale della Medicina, non vi sono farmaci in grado di arrestare od invertire il processo distruttivo delle ossa del piede malato.

L’obiettivo della terapia per il piede di Charcot è dunque quello di impedire la deformazione dell’arto, mantenere la stabilità strutturale e conservare il più possibile la forma originale della pianta del piede, superando dunque la fase acuta (quella distruttiva) senza danni, ed attendendo la guarigione.

Ciò può essere ottenuto però solo se la patologia è diagnosticata per tempo da personale medico esperto e preparato, e se il paziente segue alla lettera tutte le prescrizioni della terapia.

L’arto affetto dall’infiammazione va tenuto obbligatoriamente immobilizzato e in scarico.

Questo è effettuato con l’ausilio di uno stivaletto in gesso, rigido, che deve essere indossato per non meno di 90 giorni.

Dopo tale periodo, con la diminuzione dell’edema e del calore, il paziente potrà levare il gamberetto rigido per metterne uno più flessibile, che consente una mobilità limitata.

Anche in questa fase, che si sviluppa per altri 60-90 giorni, è imperativo che l’arto sia tenuto in scarico, evitando qualsiasi condizione di stress.

Altresì, nell’ultima fase della terapia, va data molta importanza alla cura e all’igiene della cute, per evitare la formazione di pericolose ulcere diabetiche.

Ogni anno, nella sola Italia, oltre 2.000 pazienti diabetici sono amputati (dita, intero piede o addirittura gamba), come terapia estrema a causa di ulcere diabetiche e deformazioni gravissime del piede di Charcot.

Si stima che almeno la metà di questi interventi potrebbero essere evitati, con la giusta informativa sanitaria sia per i pazienti che, spesso, per il Medici.

Ecco perché l'intervento tempestivo, sia in caso di piccole ferite del piede che inizio della sintomatologia di Charcot, è assolutamente indispensabile.

A cosa si può andare incontro se non si cura adeguatamente il piede di Charcot?

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l'amputazione del piede è la conseguenza estrema del piede di charcot non debitamente curato

Il piede di Charcot è una grane patologia neuroartropatica, che ogni anno colpisce migliaia di pazienti nella sola Italia, principalmente tra i 50 ed i 60 anni.

Si stima che anche fino al 13% di tutti i pazienti diabetici possano essere, annualmente, interessati a questa complicanza, ma probabilmente i dati sono falsati da diagnosi errate.

Se la patologia non è diagnosticata con tempestività e non si ricorre d’urgenza all’immobilizzazione dell’arto, il rischio di sviluppare gravissime deformità non è solo un’ipotesi medica, è una certezza.

A volte queste deformità, oltre a squilibrare la postura e la camminata (creando, a loro volta, altre importanti alterazioni muscolo-scheletriche) sono talmente gravi da richiedere addirittura l’amputazione dell’arto.

Ecco perché il piede di Charcot non può essere né minimizzato e né mal diagnosticato.

Qual è il Medico che può diagnosticare e curare il piede di Charcot?

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la dott.ssa luisella troyer, chirurgo vascolare perfezionata in vulnologia e piede di charcot

Non esiste una specializzazione medica particolare per il piede di Charcot, le cui competenze ricadono su diverse branche della Medicina, tra cui la Diabetologia, la Chirurgia Vascolare, l’Ortopedia e la Chirurgia Generale (tanto per dirne alcune).

Più che la specializzazione, al Medico è richiesta enorme esperienza pregressa nel piede diabetico, che è un settore particolarmente difficile e complesso, dove le competenze sono obbligatoriamente acquisite sul campo.

Solitamente, Medici ed infermieri con tutta questa esperienza richiesta si possono trovare nei centri del piede diabetico: delle particolari strutture, sia pubbliche che private, dove cooperano molti clinici e personale infermieristico formati quasi esclusivamente nelle affezioni del piede dei pazienti diabetici.

Lo Studio Medico Podologico Piede Sano si trova a Milano, in Via della Moscova 60

Lo studio è gestito dalla Dott.ssa Luisella Troyer, Chirurgo Vascolare, che coordina un'equipe di Medici, Podologi, Fisioterapisti ed infermieri perfezionati in Podologia e cura e benessere del piede.

Nello Studio Medico Podologico Piede Sano è possibile effettuare visite specialistiche e cure mediche e chirurgiche per patologie più comuni del piede come:

lo Studio Medico Podologico Piede Sano si trova in pieno centro a Milano, ed è facilmente raggiungibile con la Linea Metropolitana MM2 (linea verde) fermata 'Moscova'.

Ti ricordiamo che lo studio è nella Zona a Traffico Limitato di Milano (Area C), quindi se vuoi venire con l'automobile, ti servirà il pass (clicca qui per tutte le informazioni e per acquistarlo).

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se vieni dall'aeroporto di Linate, o studio è comodamente raggiungibile in poco più di 20 minuti con la linea metropolitana MM4 (Linea Blu), scendendo alla fermata 'San Babila', cambiando con la linea MM1 (linea rossa) fino alla fermata 'Loreto', dopodiché prendere la linea MM2 (linea verde) scendendo alla fermata 'Moscova'.

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Quindi ricorda che...
  • il piede di charcot è una grave complicanza del diabete mellito, cioè della patologia endocrina che impedisce al corpo il regolare controllo dei livelli di glucosio;
  • il piede di charcot è una forma estrema di piede diabetico, e difatti come tale è spesso catalogato;
  • il piede di charcot deforma il piede poiché, letteralmente, spacca e risalda le sue ossa, in una forma completamente differente da quella originaria;
  • curiosamente, il piede di charcot non si manifesta mai ad entrambi i piedi, ma solo ad uno;
  • l'intervento tempestivo del medico è fondamentale per preservare il piede dalle deformità, e pertanto non dovrebbe essere rimandato;
  • la terapia per il piede di charcot prevede l'immobilizzazione totale del piede e il suo scarico, evitando dunque la deformazione ossea;
  • il piede di charcot deve essere diagnosticato e curato da un'equipe di medici ed infermieri esperti nel piede diabetico, e non dal comune medico di famiglia;
  • è fondamentale non solo prevenire le deformità ossee del piede di charcot, ma anche l'insorgenza di pericolose ulcere diabetiche;
  • la mancata terapia in caso di attacco acuto di piede di charcot deforma sempre il piede e, in molti casi, causa lesioni così importanti da portare all'amputazione dell'arto;
  • ogni anno nella sola italia circa 2.000 pazienti diabetici vengono amputati come conseguenza della loro scarsa attenzione alla cura del piede, compreso il lassismo ad iniziare l'immediata terapia conservativa per il piede di charcot
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Quest'articolo è stato revisionato ed aggiornato dai Medici e dai Podologi dello studio Piede Sano il giorno:

venerdì 19 gennaio, 2024

Lo Studio Medico Podologico Piede Sano è uno studio medico perfezionato nei trattamenti di Podologia e Podoiatria.

Fondato dalla Dott.ssa Luisella Troyer, Chirurgo Vascolare con grande esperienza nelle affezioni del piede e delle unghie, nello Studio Medico Piede Sano opera personale sanitario qualificato e competente per ogni problema della salute e del benessere del piede.

Nello studio, sito in Milano in Via della Moscova 60, un'intera equipe composta da Chirurghi, Podologi ed infermieri specializzati in Podologia opera quotidianamente per risolvere i più comuni problemi del piede e delle unghie, come ad esempio l'onicocriptosi (l'unghia incarnita), l'onicomicosi (l'infezione micotica delle unghie), le callosità e gli occhi di pernice.

Oltre ai problemi funzionali dei piedi e delle unghie, lo studio fornisce anche supporto specialistico di onicotecnica, per la ricostruzione medica delle unghie, eseguita da professionisti esperti e sotto controllo medico.

Lo studio podologico ha inoltre grande competenza nei tumori delle unghie melanomatosi, ed è sempre disponibile in ambulatorio un Chirurgo Plastico esperto proprio nella loro cura chirurgica.

Nello studio Piede Sano è sempre presente, oltre al personale infermieristico e podologico, un Medico esperto in Podologia, che può intervenire prontamente in caso di ricorso all'anestesia locale o per qualsiasi altra problematica medica.

Lo studio è inoltre specializzato nell'assistenza podologica per pazienti anziani e diabetici, sia con pedicure preventiva che pedicure curativa.

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